Ecco cosa si cela dietro al Giudizio

CHE COSA SI NASCONDE DIETRO AL BISOGNO DI CRITICARE E GIUDICARE
È molto più difficile giudicare se stessi che giudicare gli altri, diceva il grande Antoine de Saint-Exupery
Giudicare è molto facile, capire è un po’ più difficile, ed essere empatici è molto più complicato.
Si dice anche che non bisogna criticare e giudicare. Sono d’accordo ma solo in parte. Alcuni giudizi e alcune critiche sono dei modi per poterci auto-osservare. Ciò che ci tocca in qualche modo un tasto dolente nasconde qualcosa di più profondo che merita essere analizzato. Spiego perché. Faccio un semplice esempio di giudizio che sorge per esempio andando in giro per strada. Capita che giudico come comportamento sbagliato portare il burka da una donna musulmana che vive in Italia. Vediamo che cosa in verità si cela profondamente dietro a questo mio giudizio.  Prima cerco di capire e motivare perché giudico come sbagliato questo comportamento.
Perché secondo me esteticamente portare il burka è brutto, perché ridicolizza la donna e la sottomette, perché non è libertà, perché è limitante e tanti altri motivi. Quindi, dietro al mio giudizio in realtà si nasconde una carica molto alta di “valori”. Ma voglio approfondire. Ora cerco di immaginare come una donna musulmana possa pensare del mio abbigliamento estivo. Sono in top, minigonna e sandali a tacco alto, capelli lunghi e sciolti sulla schiena. Questa donna è probabile che pensa che io sia arrogante, frivola, non seria e cosi via.
Ora cerco di immaginare il peggior scenario di come queste donne possono diventare in futuro. E’ qui immagino che le loro figlie e le loro nipotine possono rimanere intrappolate nello stesso modo di vestire, perché queste madri passano le loro convinzioni e condizionano i loro famigliari. Immagino la stessa scena ripetersi tra la mia nipotina e la nipote di una erede musulmana. Questa è la cosa che realmente temo e che si cela dietro al mio giudizio.
Ora cerco di immaginare come potrei diventare io a causa di queste donne. Immagino il peggior scenario dove io posso diventare una che divide (con qualità diabolica secondo me, diabolus=colui che divide), insomma razzista. Ora immagino che riesco a diventare invece empatica e prendo una dose della loro cultura, magari immagino fra anni mia figlia si innamora e sposa un figlio di questa donna. Immagino come diventerò in quel caso nei loro confronti? Sicuramente sarò meno rigida, più flessibile e conoscendomi accetterò il loro modo di vestire senza provare di cambiare nulla di loro. Quindi come vedete carissimi amici, il giudizio nasconde una o più qualità profonde (in questo caso essere flessibili e accettare) che abbiamo nascosto, represso, negato o respinto. Queste qualità noi le abbiamo fatte diventare porzioni della nostra mente subconscia e attraverso il giudizio, la critica e la non accettazione, in verità, non facciamo altro che provare a tirarle fuori.
 C’è una frase che secondo me riassume bene ciò di sopra: “L’uomo vede in superficie, Dio invece vede nel cuore; l’uomo guarda alle azioni esterne. Dio giudica invece le intenzioni.”
ॐ Gαbriєℓα Bαℓαj

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